I nostri consigli

Avvolto nel suo lungo mantello, con un baule da viaggio e un curioso pappagallo, il giovane studente Laurentius Hylas approda in Estonia un freddo giorno di fine Seicento. In fuga da un oscuro passato e sospettato di eresia, è diretto a Tartu, la "città delle muse", piccolo centro ai margini dell'allora regno di Svezia, ma sede di una vivace università, dove circolano già le idee rivoluzionarie di Newton e Cartesio, si inaugurano i primi teatri anatomici e si segue la nuova moda dell'opera sulla scia di Molière. In quel fermento scientifico a filosofico che porterà al secolo dei lumi, Laurentius cerca ossessivamente una cura per il male che lo tormenta e che i suoi contemporanei chiamano malinconia. Ma più si addentra nelle domande cui non sa dare risposta più è attratto dal mondo di istinto, superstizione e magia dei contadini nelle campagne, mondo che ha già conosciuto da bambino, quando è stato coinvolto nella caccia alle streghe, e ora ritorna a confondersi fatalmente con la realtà.
Meelis Friedenthal, Le api, Iperborea 2015

Quando Eleonora e Chirù s'incontrano, lui ha diciotto anni e lei venti di più. Le loro vite sembrano non avere niente in comune. Eppure è con naturalezza che lei diventa la sua guida, e ogni esperienza che condividono - dall'arte alla cucina, dai riti affettivi al gusto estetico - li rende più complici. Eleonora non è nuova a quell'insolito tipo di istruzione. Nel suo passato ci sono tre allievi, due dei quali hanno ora vite brillanti. Che ne sia stato del terzo, lei non lo racconta volentieri. Eleonora offre a Chirù tutto ciò che ha imparato e che sa, cercando in cambio la meraviglia del suo sguardo nuovo, l'energia di tutte le prime volte. È così che salgono a galla anche i ricordi e le scorie della sua vita, dal'infanzia all'ombra di un padre violento fino a un presente che sembra riconciliato e invece è dominato dall'ansia del controllo. Chirù, detentore di una giovinezza senza più innocenza, farà suo ogni insegnamento in modo spietato, regalando a Eleonora una lezione difficile da dimenticare.
Michela Murgia, Chirù, Einaudi 2015

È il 31 dicembre a Barcellona e Fernando, detto Fer, è seduto al tavolo della sala da pranzo di sua madre a piegare con cura i tovaglioli rossi. Amalia, la mamma, è nervosa e piena di gioia. Dopo tanti tentativi frustrati, tutti i suoi figli e parenti si siederanno a tavola per festeggiare l'ultimo dell'anno e brindare finalmente insieme. Ci sarà lui, Fer, con Max, l'alano che dorme con la testa in una perenne pozza di bava, regalo d'addio che il suo ex compagno Andrés gli ha lasciato, giusto per non sentirsi in colpa per essersi innamorato di un altro. Ci sarà Silvia, la figlia maggiore; ci sarà Emma, la più piccola, il disordine in persona, e Olga la sua compagna, con la sua aria supponente. Ci sarà, infine, l'eccentrico zio Eduardo, che l'anno prima si è presentato vestito da babbo natale completamente ubriaco. È un giorno importante e Amalia non nasconde la sua gioia e le sue paure...
Alejandro Palomas, Capodanno da mia madre, Neri Pozza 2015

"Nonostante" è un romanzo sorprendente, un libro che fa della dualità l'impalcatura a cui il lettore viene invitato ad avvinghiarsi per osservare la vita della protagonista, e a farlo contemporaneamente dal basso e dall'alto, da vicino e da lontano. Dall'alto di una memoria dolorosa ma mai eccessiva, e dal basso continuo di un presente contrappuntistico su cui si innestano le fughe e i canoni inversi dei ricordi, delle rivisitazioni, delle memorie. Ricordi a cui, però, manca il salvifico filtro ottundente dell'omologazione: ricordi senza tempo, che nulla hanno perso della vividezza e della drammaticità del momento in cui sono nati, quasi che l'autrice, per nostra fortuna, sia incapace di adoperare i meccanismi di attenuazione che, normalmente, permettono a noi tutti di digerirli e assimilarsi, riducendone e stemperandone il trauma. (Stefano Massaron)
Ludovica Candiani, Nonostante, Gaffi 2015

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